Napoli Medioevale - I Sedili
Napoli Medioevale - I Sedili Nella mia bellissima Napoli ci sono sempre stati dei termini che , da profano, mi avevano sempre incuriosito a cui avevo dato, nella mia fervida immaginazione, dei significati alquanto distanti da quello che realmente significavano. Studiando ed approfondendo il periodo della Napoli Medioevale coi suoi monumenti soprattutto gotici caratterizzati dallo sviluppo in verticale, subito balzano agli occhi, anzi ne sono argomento importantissimo, i Sedili o Seggi. Quando ne ho parlato la prima volta, mi sono accorto che solo poche persone - per lo più gli appassionati di storia - conoscono questo argomento! Infatti su ciò vi è scarsa informazione … i sedili erano dei veri e propri “parlamenti” rappresentati da autorevoli nobili cittadini che usavano la piazza del luogo/rione per riunirsi tra di loro, gestendo la “res publica” dalla seconda metà del ‘200 continuando così per oltre cinque secoli; solo in seguito questi “patrizi” incominciarono a riunirsi nel Convento di San Lorenzo per legiferare sul bene comune della collettività. Dei sei sedili … cinque erano formati da Famiglie gentilizie ed uno dal resto della città … quello del Popolo. Per far capire ancora meglio cosa fossero … mi viene di paragonarlo alla nostra circoscrizione/municipalità. E così sappiamo dei complotti dei Pappansogna, dei Boccia, dei Capece Minutolo, dei Gravina, le loro tresche … le loro magagne! Da qui scaturiscono le famose storie ed aneddoti che, al confronto, Sheakspear ci fa un baffo … anzi due! In ogni sedile vi è un elemento che lo caratterizza, che stigmatizza la Famiglia gentilizia titolare dei Seggio, un palazzo, una fontana, una strada stessa etc etc …Sembra di vivere un film in costume con lo sfondo di una Napoli-Ducato influenzata ancora da Bisanzio; non mi voglio dilungare ma un accenno è doveroso al fatto che dopo essere stata Ducato, Napoli passò dalla dominazione Normanna (1139 ) … a quella Sveva … passando prima sotto gli Angioini (Francesi) e poi Aragonesi (Spagnoli - 1441) . In questo grande lasso di tempo grandi artisti, come lo stesso Giotto o Tino di Camaino, posero piede nella Nostra Città. Furono anni fervidi dove si vide la creazione, così come li vediamo ai giorni nostri, del Duomo ( fine XIII secolo - sorse su una basilica precedente paleocristiana), di Santa Chiara ( eretta nel 1310-28 dagli angioini e famosa anche perchè distrutta dalle Bombe dell'ultima guerra e ricostruita seconda i canoni iniziali del gotico ed rinunciando del tutto al recupero degli stucchi barocchi), del “Castel Nuovo” (detto anche Maschio Angioino perchè voluto nel 1279 da Carlo I d'Angiò ...già nella metà del XV secolo, dopo le modifiche volute da Alfonso I d'Aragona, è rimasto così fino ad oggi), San Domenico Maggiore ( voluta da Carlo II d'Angiò tra il 1283/1324 in pure stile gotico come sede dei domenicani) e di San Lorenzo Maggiore (eretta anch'essa nel XIII secolo in stile gotico sull'area che un tempo era stata l'agorà greca). E proprio sulle facciata laterale di quest'ultima chiesa, peraltro dimora di Petrarca e Boccaccio, che in epoca borbonica vi si posero tutti gli stemmi appartenuti alle Famiglie gentilizie. Ricollegandomi appunto ai Sedili, che presero il nome dal luogo delle loro sedi di raduno, generalmente presso le porte della città, forse quello più famoso è quello del Nilo, 'o Corpo 'e Napule, dove troviamo la Statua del Nilo ( e di poco tempo fa la notizia del ritrovamento della testa della Sfinge) dislocato dal sito originario nel corso dei secoli, testimonianza di una colonia egiziana con sede a Napoli. Inoltre abbiamo quello del Porto, quello di Forcella (poi inglobato in quello di Montagna), quello di Capuana, quello di Portanova, quello del Popolo, l'unico non nobile, che rappresentava i mercanti e le professioni … il cosiddetto “popolo grasso”. Ogni Sedile aveva un proprio stemma: Nilo un cavallo in campo d'oro, Porto un Orione con pugnale (Orione era anche la stella protettrice dei naviganti), Forcella una pergola ad ipsilon in campo rosso e oro, Montagna tre monti verdi in campo d'argento, Capuana un cavallo in campo azzurro, Portanova una porta d'oro in campo azzurro, il Sedile del Popolo una P maiuscola in campo oro e rosso. I sedili durarono fino al 1800 quando re Ferdinando IV di Borbone, volendo restaurare la monarchia assoluta dopo la parentesi della repubblica Napoletana, decretò la soppressione di queste antiche istituzioni; comunque sopravvissero ed si riunirono nell'organo laico della Deputazione di San Gennaro dove ancora oggi si eleggono tra loro i “devoti” del Santo il cui compito è quello di proteggerlo assieme al suo inestimabile Tesoro.
Testo scritto da Luigi CAMPOLONGO e Restyling Grafico dei Sedili NAPOLITANI effettuata da Giuseppe MASSARO GRAPHICARTIST88
Sedile CAPUANA
In Via Tribunali.
Cavallo frenato d'oro messo di profilo in campo azzurro. Corona trifogliata d'oro e per sostegni due cavalli di oro diviso di argento.
Risale al XIII secolo. Detto anche Capoana; il nome deriverebbe dalla presenza della potente famiglia Capuano.
Sedile MONTAGNA
In Via Tribunali, di fronte alla Chiesa di Sant'Angelo a Segno
Tre monti verdi in campo argento. Corona trifogliata d'oro e per sostegni due Saraceni (per ricordare la vittoria ottenuta dai Napoletani nell'anno 504).
Risale al XIII secolo. Chiamato così perché situato nella parte più alta della città.
Sedile FORCELLA
Vicino alla Chiesa di Santa Maria a Piazza
Scudo troncato d'oro e di rosso caricato di una "Y" in nero.
Risale al XIII secolo, ma successivamente accorpato con quello di Montagna. Chiamato così per la vicinanza della Scuola di Pitagora, che usava come emblema la lettera biforcata Y. Il motto del Seggio: "Ad bene agendum sumus" ovvero "Siamo nati per fare il bene".
Sedile NILO
Inizialmente al centro del largo Corpo di Napoli (presso la Statua del dio Nilo) poi spostato presso il convento di Santa Maria Donnaromita
Cavallo nero sfrenato in campo oro. Corona trifogliata d'oro e per sostegni a destra un mantenitore (figura con sembianze umane) con la corona d'alghe, lunga barba e un'anfora che versa acqua su un coccodrillo, a sinistra un cavallo d'oro diviso di nero.
Risale al XIII secolo. Chiamato così per la presenza della statua del Fiume Nilo e in memoria dei commercianti Alessandrini che ivi abitavano; negli scritti è indicato col nome di Seggio di Nido.
Sedile PORTO
In via Mezzocannone (all'incrocio con via Sedile di Porto), poi trasferito in via Medina davanti alla chiesa di San Diego all'Ospedaletto
Figura di un uomo ricoperto di lunghi peli di carnagione naturale impugnante con la mano destra un pugnale, in campo nero. Corona trifogliata d'oro, per cimiero una nave che brucia e per sostegni due tritoni., in campo nero
Risale al XIII secolo. Detto così perché si trovava vicino all'antico porto di Napoli. In epoca antica era un Seggio extramoenia. Lo stemma rappresenta il gigante mitologico Orione, figlio di Nettuno, esperto nella lavorazione dei metalli, o anche il leggendario nuotatore-marinario Niccolò Pesce.
Sedile PORTANOVA
In Piazza Portanova
Porta d'oro in campo azzurro. Corona trifogliata d'oro e per sostegni due cani d'oro divisi d'argento.
Risale al XIII secolo. Detto così perché, durante il periodo greco, le mura di cinta della città furono allargate e fu costruita una Porta Nuova nelle vicinanze del mare. In epoca antica era un Seggio extramoenia.
Sedile del POPOLO
Nei pressi di Via del Grande Archivio, in Largo della Selleria (attuale zona di Piazza Nicola Amore). Successivamente, verso la metà del XV secolo in Via Sant'Agostino alla Zecca.
Scudo troncato d'oro e di rosso caricato di una "P" (Populus) in nero, successivamente la "P" divenne "C"(Civitas).
Risale al XIII secolo ma abbattuto nel XV secolo. Chiamato così perché rappresentava il popolo non aristocratico della città. Non aveva alcun potere, i rappresentanti potevano solo riferire delle lamentele del popolo; partecipava attivamente alle feste di piazza o nelle processioni religiose. I rappresentanti erano scelti quasi sempre tra la classe mediana (medici, letterati, giuristi, notai, commercianti, etc.).
NAPOLI IN PROGRESS
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