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"La Gioconda non è la Monna Lisa ma Isabella d’Aragona discendente del Regno di Napoli”



La Gioconda, il celeberrimo dipinto di Leonardo conservato al Louvre, e sulla destra il dipinto che raffigura Isabella d'Aragona. Sulla sinistra ci sono le altre Gioconde presenti in altri musei.

(La Monna Lisa altro non sarebbe che il diminutivo di L’Isa-bella D’Aragona).

La studiosa tedesca Maike Vogt-Luerssen, che da dieci anni studia la materia, lo scorso 19 aprile a Palazzo Medici Riccardi di Firenze, durante una conferenza, ha documentato una serie di rivelazioni in grado di rimettere in discussione l'esatta identificazione della misteriosa donna. Secondo la storica tedesca la donna dipinta nel veneratissimo quadro sarebbe Isabella d'Aragona, duchessa di Milano, figlia di Alfonso II e di Ippolita Maria Sforza.

La Monna - lisa o Gioconda in questo caso diventa Napoletana, o meglio patrimonio del meridione Italiano, poichè Isabella D'Aragona era figlia di Alfonso II Re di Napoli. Non solo: sempre secondo Maike Vogt-Luerssen, Leonardo da Vinci sarebbe stato il secondo marito di Isabella, da questa unione sarebbero stati generati ben cinque figli e due di questi, Antonio e Maria, riposerebbero insieme alla madre nelle arche degli Aragonesi custodite nella chiesa di San Domenico Maggiore a Napoli, insieme alle spoglie mortali dello stesso Leonardo da Vinci, riunite nel 1519 dopo che erano state disperse in 3 diversi luoghi (la suddetta chiesa napoletana, la chiesa di San Nicola a Bari e la chiesa di Vaprio d'Adda). Le rivelazioni della studiosa sono state fornite col supporto di una serie di fonti storiche coeve - del XV e XVI secolo - e preludono al ricorso dell'antropologia per la fase finale di quella che potrebbe presto diventare la "ricerca del secolo", grazie alla quale potrebbero essere ricomposti, in toto o in parte, i resti di Leonardo da Vinci.

Albero genealogico di Isabella D'Aragona "Monna-Lisa" come discendente del trono di Napoli.

Isabella infatti era la figlia di Alfonso II d'Aragona, ramo di Napoli, (Napoli, 4 novembre 1448 – Messina, 18 dicembre 1495), fu duca di Calabria e poi re di Napoli per circa un anno, dal 25 gennaio 1494 al 23 gennaio 1495.

Tale discendenza riporta la veridicità, che la Gioconda è un altro capolavoro eccelso del meridione Italiano.

Secondo il centro studi Glinni, Isabella d’Aragona avrebbe poi dato origine alla leggenda della presenza della Gioconda a Lagonegro, in Lucania. La Duchessa, dopo la morte di Galeazzo Sforza, si trasferì nel sud Italia, ed era suo soggiorno frequente il Castello di Monteserico presso Acerenza, ed ancora oggi nei pressi della cittadina lucana esiste una località chiamata «Gioconda». Contestualmente è noto che il genio toscano programmò, con il Nobile De Ligny, grande amico della D’Aragona, un viaggio in Lucania proprio nella zona del Principato Citra, quindi dove è sita la città di Lagonegro, dove probabilmente avvenne l’incontro con la duchessa, in alternativa alla suindicata località nei pressi di Acerenza. Da tale episodio deriverebbe quindi la notissima storia della presenza della Gioconda in Lucania.


Infine le ossa di Leonardo da Vinci: per la Vogt-Leuerssen oggi "siamo talmente distanti dalla realtà relativa alla Monna Lisa di Leonardo, che non basta più supportare una teoria con fonti storiche scritte e pittoriche. È necessario ricorrere anche all'antropologia. Grazie agli strumenti di questa disciplina, oggi siamo in grado di risalire al volto di Isabella d'Aragona, sepolta nella Chiesa di San Domenico Maggiore a Napoli. Possiamo confrontare il suo DNA mitocondriale con quello dei figli Antonio e Maria, sepolti accanto alla madre, e risalire anche ai loro volti. Bisognava cercare qui anche Leonardo da Vinci ma ciò non è avvenuto". La studiosa infatti è certa che il genio di Vinci non è mai stato sepolto in Francia: "È molto probabile le sue spoglie siano state portate in nella chiesa di San Domenico Maggiore nell'agosto 1519, dove potrebbero essere sepolti anche il figlio più vecchio che Isabella ha avuto col primo marito, Francesco II Maria". Ma per continuare la ricerca occorre un'operazione di riesumazione e di studi paleopatologici e antropologici. Gli atenei di Bolzano e di Firenze sono già stati allertati e prima o poi le arche (soprattutto quelle mai "violate") potrebbe essere riaperte per dare la possibilità a Maike Vogt-Leuerssen di scrivere l'ultimo capitolo di questa storia.


La teoria che la sepoltura di Leonardo Da Vinci sia avvenuta in gran segreto nella chiesa di San Domenico Maggiore, si fà strada come ipotesi, proprio dal fatto che sulla morte di Leonardo Da Vinci c'è un alone di mistero, con l'atto ufficiale che parla: violata la tomba, le sue spoglie andarono disperse nei disordini delle lotte religiose tra cattolici e ugonotti.

Napoli ancora una volta entra nei fasti della storia, quella storia che la nostra città dovrebbe fa valere per deliziare il Mondo Intero.

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